MADRID, 23 aprile 2010 - “Siamo migliori, siamo favoriti,
passeremo, alla nostra stagione restano ancora 7 partite”. Nessuna
cabala, nessuna scaramanzia, nessuna cautela. Zlatan Ibrahimovic mostra
fiducia cieca in se stesso e nei compagni e lancia la volata per il
ritorno di Barça-Inter con proclami fieri e battaglieri.
Zlatan Ibrahimovic, 28 anni. Ansa
PASSIAMO NOI —
Lo svedese concede un’intervista al catalano Sport in edicola questa
mattina e mette legna a profusione nel camino della speranza blaugrana.
“Siamo favoriti, continuiamo ad essere favoriti. Abbiamo una squadra
decisamente migliore di quella dell’Inter e li abbiamo già battuti.
Sappiamo ciò che dobbiamo fare per arrivare alla finale e con il Camp
Nou pieno ce la possiamo fare. È come se avessimo perso 1-0, dobbiamo
fare due gol e nelle ultime due gare in casa quanti ne abbiamo fatti?”.
Rispondiamo noi, 4 all’Arsenal e 3 al Deportivo. E prima ancora altri 4
all’Atlethic Bilbao.
"Siamo favoriti, continuiamo a essere
favoriti. Abbiamo una squadra decisamente migliore di quella dell’Inter e
li abbiamo già battuti"
SETTE PARTITE —
“Purtroppo mi sono fatto male nel momento sbagliato, però mancano
ancora 7 partite…”. Gli fanno notare che di sicuro per il Barça al
momento ci sono 5 gare di Liga e il ritorno con l’Inter, totale 6. La
settima gara sarebbe la finale di Champions al Bernabeu. Lui va avanti
come un treno: “Mancano 7 partite e spero di riprendere la serie di gol
che stavo segnando prima dell’infortunio”.
AUTOCRITICA —
Poi l’autocritica, e una sincera confessione: “Rispetto alla gara con
l’Inter devo fare molto di più. Del resto è normale, quando si perde si
pensa sempre che si poteva fare di più. A livello di adattamento vado
meglio di ciò che pensavo, però no, questo non è l’Ibra che giocava
nell’Inter. Devo migliorare la mia compenetrazione nel sistema di gioco
del Barça, conoscerlo di più. Ci vuole tempo, è normale. Qui in una gara
hai almeno 5-6-7 occasioni chiare, in Italia ne hai a disposizione una e
la devi sfruttare. Per questo dopo 5 anni in Italia bisogna adattarsi. È
molto diverso”.
Marcato a vista da Maicon. LaPresse
IGNORARE MOURINHO —
Ibra tiene fede a una delle consegne di Pep Guardiola, ignorare
Mourinho. Il cronista prova a stuzzicarlo, senza risultato: “Non so cosa
ha detto ma ognuno può dire ciò che vuole. Io non gli faccio caso. Se
vuole parlare, che parli, è l’allenatore dell’Inter e cura i suoi
interessi, non i miei”.
LA RABBIA —
“Ho una gran fame in vista della gara di mercoledì. Sento una gran
rabbia dentro di me. Tutti abbiamo una gran rabbia per il ritorno, però
va controllata. E poi prima dobbiamo fissarci sullo Xerez, se pensassimo
solo alla prossima settimana perderemmo la concentrazione. Ogni cosa a
suo tempo: prima lo Xerez, poi l’Inter”.