SHANGHAI (Cina), 18 aprile 2010 - Ma c’è da preoccuparsi oppure no? Il primo mini bilancio della stagione 2010 targata Ferrari presenta luci e ombre, entrambe sempre molto appariscenti quando si parla di Cavallino. Quale la misura delle une e delle altre lo diranno le prossime gare. Di sicuro si sono viste cose buone ma anche cose che non hanno funzionato. E che hanno reso la classifica meno ricca di quanto avrebbe potuto essere. Senza comunque dimenticare che essere nel gruppo dei migliori a giocarsela è sempre un segno di competitività. Jenson Button è in testa al Mondiale ma Fernando Alonso è lì a 11 punti, pari a Hamilton e davanti a Vettel, forse i due più pericolosi in assoluto per il titolo. Non è comunque poco.
Alonso rabbuiato, in Cina fatale l'errore al via. LaPresse
Alonso rabbuiato, in Cina fatale l'errore al via. LaPresse
cosa va — Quello che funziona è che la F10 è una vettura nata bene e veloce in gara. Non sembra particolarmente aggressiva con le gomme e Alonso e Massa sono due piloti estremamente motivati. In Cina si è visto anche il primo vero screzio in pista tra i due, con quella tremenda entrata in corsia box dello spagnolo che ha un po’ choccato (sportivamente parlando) Felipe, totalmente impreparato. Il brasiliano non ha ovviamente gradito ("Ne parleremo" ha detto dopo la gara) ma ha dovuto mandar giù per la ragion di Stato. Senza dimenticare poi la favolosa partenza dello spagnolo che aveva beffato il brasiliano anche in Bahrain.
aggiornamenti — Da Barcellona arriveranno anche diversi aggiornamenti e quindi è verosimile aspettarsi un balzo in avanti nelle prestazioni. Una vittoria e altri due podi su quattro gare (sempre ricordando da dove si arriva, cioè da un’annata disgraziata) sono un bilancio importante che con alcuni aggiustamenti si può solo migliorare.
Il deciso sorpassodi Alonso su Massa all'entrata dei box. LaPresse
Il deciso sorpassodi Alonso su Massa all'entrata dei box. LaPresse
cosa non va — Le note dolenti sono pure molteplici e non vanno comunque sottovalutate. Innanzitutto i motori. Due rotture con otto propulsori disponibili nell’intera stagione non sono un bel segnale, anche se si è trattato di k.o. in momenti non decisivi (uno è saltato nelle prove libere, uno quando Alonso era nono in gara in Malesia). Poi c’è la scarsa velocità in qualifica. Le Red Bull hanno segnato 4 pole su 4 gare, in prospettiva non si può pensare di vincere il titolo partendo sempre da dietro: Vettel e Webber non avranno sempre gare bagnate e per quello che si è visto in Malesia bisogna lavorare duro per recuperare il divario, specie considerando l’importanza delle partenze.
errori — Tralasciando l’errore di Massa in qualifica sabato e la partenza anticipata di Alonso ieri (sbagli pagati cari), ultimo ma non meno importante fattore dolente è il muretto. L’Australia, le qualifiche della Malesia e la Cina hanno mostrato insufficienti valutazioni nelle scelte da prendere in condizioni certamente difficili. Il contrasto è tanto più evidente se si pensa che Button e la McLaren in Australia e Cina hanno azzeccato tutto. Tutto rimediabile, come detto. Ma agli avversari di quest’anno non si possono fare troppi regali, specie in un campionato così tirato.