Il tecnico dell'Inter alla vigilia della semifinale col Barça: "Siamo cresciuti tatticamente, mentalmente e come convinzione. Per questo penso che la sfida con il Barça parta alla pari. Messi? Non lo marcheremo a uomo, non è nella mia cultura. Non è una finale anticipata, esiste solo la finale di Madrid"
MILANO, 19 aprile 2010 - Si parte alla pari. José Mourinho è convinto che saranno sfide diverse rispetto a quelle del girone: "Il possesso palla non mi interessa: se domani vince chi ha più possesso palla abbiamo già perso: nella partita di settembre a Milano per i primi dieci minuti e gli ultimi dieci sono stati superiori, ma per il resto è stata equilibrata. Nella partita di Barcellona nel girone loro hanno dimostrato una grande superiorità, vincendo tranquillamente e meritatamente. Oggi è passato molto tempo: loro sono bravi come erano a novembre, noi siamo molto meglio di allora. Per questo io penso che partiamo 50%-50%. Tatticamente siamo una squadra più compatta, la mentalità in Champions è molto diversa, la situazione psicologica è totalmente differente. Sappiamo che sarà difficile, ma dubito che loro non siano preoccupati di incontrarci.
finale anticipata? — "Non esistono finali anticipate. E' una semifinale, solo chi vince gioca la vera finale, quella di Madrid. E quindi non sarà Inter-Barcellona: Lione e Bayern meritano tutto il rispetto, perché sono arrivati allo stesso punto nostro. Hanno anche loro il 25 per cento di possibilità di vittoria, hanno storia e hanno eliminato grandi squadre, come il Real Madrid. E il Bayern ha uno dei migliori allenatori del mondo".
'Partiamo al 50%'. Ap
"Partiamo al 50%". Ap
MESSI E GLI ALTRI — L'avversario è di quelli conosciuti ma sempre da studiare, anche se Mourinho non ci perde il sonno ("Dormo sempre prima della partita, il problema è dopo, troppa adrenalina): "Negli ultimi 4 mesi e mezzo avevo visto zero minuti di Barcellona, negli ultimi quindici giorni ho visto varie volte i nostri precedenti incontri e le partite col Real, Stoccarda e Arsenal. lavoro normale". Messi è il pericolo numero uno: come fermarlo? "Vediamo dove gioca domani. Può giocare a destra, a sinistra, come punta, dietro a Ibra come contro l'Arsenal, dietro a Bojan come contro l'Arsenal in casa. E' un gioctore importante, che ha bisogno di attenzione importante. Per cultura mia non è possibile una marcatura a uomo. Non sarà uno contro Messi e dieci contro dieci, ma undici contro undici". Puyol è il capitano e lo spirito: "Puyol ha lavorato con me dieci anni fa, ma mi sembra sempre lo stesso. Non sembra che abbia trent'anni, ma 21. Ha la stessa passione e la stessa voglia: il successo non lo ha cambiato e questa è la cosa migliore per un giocatore". Iniesta è il grande assente: "Iniesta manca da tanto tempo, credo che il Barcellona abbia i mezzi per rispondere a queste assenze. Nel girone mancavano Ibra e Messi e hanno fatto una grandissima gara. Loro i più forti del mondo? Solo se rivincono la Champions"
fattore campo e fattore bus — Da una parte il ritorno in trasferta, dall'altra la trasferta in bus: "Quando ho vinto la Champions col Porto ho sempre avuto la prima partita in casa, e anche quando sono arrivato in semifinale con il Chelsea. Quest'anno sta succedendo la stessa cosa: la strada per me per arrivare avanti in Champions non è mai stata facile. Chiaramente sarebbe meglio il contrario. Il viaggio in bus? Se fosse successo a me avrei cercato di far diventare il viaggio una cosa che cementa il gruppo. Il viaggio in pullman è sicuramente scomodo, ma Bergkamp o Mariga preferirebbero sicuramente andare in bus piuttosto che in aereo. Noi siamo andati a Mosca contro una squadra che non giocava da una settimana, abbiamo trovato un campo di plastica e abbiamo giocato".
i fatti e i "quasi" — Poche informazioni sulla formazione: "Purtroppo Pep non mi chiama per dirmi come giocherà domani, e non credo che risponderà su questo in conferenza stampa. Per cui non dico io nulla sulla mia". Ma la stagione dell'Inter è già buona, per Mou: "Inter è nella posizione in cui il 99 per cento delle squadre d'Europa vorrebbero essere. Spero l'anno prossimo di essere nella stessa situazione. Firmo già. Fisicamente ha la condizione di una squadra che gioca 70 partite l'anno, ma chi è arrivato a questo punto ha questi bellissimi problemi da risolvere. Comunque vada questa è una stagione spettacolare, ma per essere soddisfatto ho bisogno di più: non sono mai stato un uomo da quasi. Nella mia carriera ci sono alcuni 'quasi', ma è più piena di fatti. Possiamo vincere tre o zero trofei: c'è una gran differenza ma è questione di dettagli".
madrid, la finale e il real — A Madrid faranno il tifo per l'Inter, per evitare una finale al Bernabeu col Barça protagonista: "Il Real Madrid è troppo grande per essere felice con le sconfitte degli altri. Non credo che per loro sarà un dramma chi gioca la finale, ma pensa solo ai suoi successi: sono sicuramente delusi di non giocare la finale. Io allenatore a Madrid? Io ho un contratto con l'Inter, il Real ha un allenatore bravo. Non dico altro, il mondo del calcio è pieno di speculazioni, di bugie, di mezze verità Io devo giocare tre competizioni e tutte partite decisive che non si possono sbagliare. Sono troppo occupato a pensare all'Inter per curarmi di queste cose".